Tra le diverse modalità di contribuzione al fondo pensione figura anche il contributo volontario una tantum, ovvero la possibilità per l’aderente di versare una cifra a sua discrezione, se e quando lo desideri, dedicando parte dei propri risparmi personali all’incremento della pensione integrativa futura.
In questo articolo vedremo cos’è il contributo aggiuntivo una tantum e in che modo si differenzia dalle altre forme di contribuzione previste per la previdenza complementare.
Scopriremo, inoltre, tutti i vantaggi legati a questa particolare scelta di investimento dei propri risparmi, sia dal punto di vista fiscale che finanziario.
Infine, vedremo quali sono le modalità di versamento del contributo volontario una tantum del lavoratore a Fondo Telemaco.
Cos’è il contributo volontario una tantum?
Il contributo volontario una tantum del lavoratore al fondo pensione è anche definito contributo aggiuntivo, poiché, di fatto, va a sommarsi a tutte le altre forme di contribuzione previste, che per i fondi pensione negoziali come Telemaco sono le seguenti:
- conferimento del TFR, che può avvenire sin dal momento dell’assunzione o in qualsiasi momento successivo;
- contributo volontario del lavoratore, che comporta il prelievo di un importo con cadenza mensile direttamente in busta paga, calcolato nella misura minima dell’1% della propria retribuzione lorda, aliquota che può essere innalzata per espressa volontà del lavoratore per multipli di 0,5 (ad esempio 1,50%, 2,00%, 2,50%, ecc.);
- contributo aggiuntivo del datore di lavoro, che spetta in caso di attivazione del contributo volontario del lavoratore e che, nel caso di Telemaco, è pari all’1,4% della retribuzione lorda.
Si tratta di versamenti regolari periodici, mentre nel caso del contributo volontario una tantum il versamento può riguardare una cifra stabilita autonomamente dal lavoratore, a seconda delle proprie disponibilità finanziarie, e può avvenire anche in un’unica soluzione. Questa operazione può essere fatta anche più volte, a discrezionalità dell’aderente.
Leggi anche il nostro articolo Contributo del lavoratore al fondo pensione: come funziona.
Perché conviene versare il contributo volontario una tantum?
Veniamo alle ragioni per le quali, avendo a disposizione dei risparmi, il lavoratore dovrebbe considerare di investirli nel suo progetto di pensione integrativa.
1. Incremento di montante accumulato e pensione integrativa
Utilizzare parte dei propri risparmi per andare a incrementare il montante accumulato nel fondo pensione contribuisce alla crescita del capitale e/o della rendita riconosciuti in fase di prestazione finale.
In sostanza, i contributi volontari una tantum possono concorrere ad aumentare l’importo della pensione integrativa che sarà percepita al momento del pensionamento, al fine di preservare il proprio tenore di vita anche dopo il ritiro dal lavoro.
2. Deduzione fiscale piena
Ricordiamo che gli aderenti ai fondi pensione hanno diritto a una deduzione fiscale annua, pari a 5.164,57 euro, e che a questo beneficio fiscale concorrono tutti i contributi versati nell’anno, a eccezione del TFR (che subisce un trattamento fiscale differente).
Di conseguenza, il contributo volontario una tantum può essere effettuato anche per ottenere l’intera deduzione, nel caso in cui i contributi periodici di lavoratore e datore di lavoro non raggiungano la soglia sopra menzionata prevista dalla legge.
Su questo tema leggi anche la nostra guida Cosa sapere sulla deduzione fiscale dei fondi pensione.
3. Agevolazioni fiscali sui rendimenti
Infine, considerando qualsiasi impiego alternativo dei propri risparmi, occorre sempre aver presente che i rendimenti della gestione finanziaria dei fondi pensione subiscono un’imposizione fiscale particolarmente favorevole, con un’aliquota del 12,5% per quelli derivanti da Titoli di Stato e del 20% per tutti gli altri strumenti finanziari.
Anche l’aliquota più alta, ovvero quella del 20%, risulta comunque molto più conveniente rispetto a quella applicata a qualsiasi altra tipologia di investimento, pari invece al 27%.
Leggi anche il nostro approfondimento Come funziona la tassazione dei fondi pensione
Come versare il contributo volontario una tantum al Fondo Telemaco
Fondo Telemaco offre due diverse modalità per fare il versamento del contributo volontario una tantum: tramite l’azienda, con addebito in busta paga, oppure direttamente attraverso la procedura online nell’Area Riservata.
Per quanto concerne il versamento tramite datore di lavoro, occorre scaricare e compilare il Modulo contribuzione volontaria aggiuntiva tramite azienda.
Con il modulo l’aderente delega il proprio datore di lavoro a prelevare dalla retribuzione e a versare al Fondo gli importi indicati, secondo la modalità prescelta. Infine, anche l’azienda deve dichiarare nel medesimo documento di aver preso atto delle decisioni del lavoratore e di impegnarsi a fare le trattenute e i versamenti richiesti.
In alternativa, l’aderente può procedere in autonomia con i versamenti utilizzando direttamente la procedura online offerta dal Fondo nell’Area Riservata. Una volta effettuato l’accesso con codice fiscale e password, è sufficiente andare sulla voce di menu “Versamento aggiuntivo” e, dopo aver letto attentamente le istruzioni, cliccare su “Effettua versamento aggiuntivo”.
Ricordiamo che, per poter effettuare operazioni dispositive in Area Riservata, occorre scaricare l’App ufficiale di Fondo Telemaco e attivare l’autenticazione a due fattori.
In conclusione, quella del contributo volontario una tantum è un’opportunità che gli aderenti a Fondo Telemaco dovrebbero conoscere appieno, in modo da inserirla consapevolmente fra le proprie opzioni di investimento dei risparmi, ricordando che la pensione integrativa è un progetto sempre più imprescindibile per il futuro di ciascun lavoratore.
Leggi anche il nostro articolo Come ridurre l’incertezza finanziaria in età pensionistica.
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